Per Chiara: dall'Archivio del Forum Verdegiglio commenta TOP SECRET
Augurando Buona Pasqua a tutti, rilancio qui l'intervento di Verdegiglio sulla "famosa" (per noi del forum) puntata di TOP SECRET.
Stefano
-------------------
prima parte
Date Posted: 19:16:00 07/17/02 Wed
Subject: Contesto punto per punto a Brachino la puntata di"TopSecret"conBisiach
TRASCRIZIONE TRASMISSIONE RETE4 “Top Secret” di Marco Gregoretti, Anna Gori, Giovanni Giovannini, presentata da Claudio Brachino, 4-7-02 ore 23,05
1) Gran parte del materiale filmato di repertorio è, in originale, a colori. Perché è stato presentato nella trasmissione in versione bianco e nero?
2) SPEAKER: “Kennedy nasce a Brooklyn, nel Massachusetts…”.
VERDEGIGLIO: Inesatto: J. F. Kennedy nacque a Brookline (pronuncia: Brùk-làin), un sobborgo di Boston.
3) Scena dopo il fallito sbarco alla Baia dei Porci. Vostro SPEAKER: “Oswald fondò un movimento anticastrista…”. VERDEGIGLIO: Oswald non ha mai “fondato” movimenti ANTIcastristi. Dove avete preso questa notizia?
4) SPEAKER: “JFK riduce le spese militari, ridimensiona gli arsenali convenzionali e nucleari". VERDEGIGLIO: A me non risulta esattamente questo. Kennedy “pacifista” è una grossa menzogna di certi liberal americani e di certi cosiddetti “progressisti” di casa nostra (ovviamente mi aspetto accuse, infondate, di destrismo: conosco bene certi riflessi automatici. E’ già tanto se non sospetterete che sono pagato dalla CIA)
5) SPEAKER: “La sua rivoluzione buona, la Nuova Frontiera, è appena cominciata…”. VERDEGIGLIO: Bah, rivoluzione “buona”….Fallimento dell’approvazione della legge sui diritti civili, passaggio da 582 a 16.000 militari americani in Vietnam dal 1961 a fine ’63, via libera per il colpo di Stato contro Diem e Nhu uccisi a Saigon, assassinio di Trujillo a Santo Domingo, sbarco anticastrista fallito alla Baia dei Porci, mondo sull’orlo della catastrofe atomica per i missili a Cuba, via libera alla CIA per finanziare movimenti anticomunisti in Congo (assassinio di Lumumba), ripetuti tentativi CIA con l’avallo di Bob Kennedy (alter ego di JFK) per uccidere Castro (anche con contatti mafiosi. L’ultimo fu previsto e poi annullato per il novembre ’63), enorme divario astronautico iniziale con i Sovietici, prematuro via libera all’ingresso dei socialisti nel governo italiano, raffreddamento e antagonismo con De Gaulle, contatti con esponenti mafiosi tramite terze persone (Judith Campbell-Giancana, Joe Kennedy con famiglie italo-americane di New York e Chicago, Frank Sinatra) e potrei continuare. Dal vostro filmato sembra che JFK avesse l’aureola del Santo: no, non lo era.
6) SPEAKER: “Jacob Rubenstein alias Jack Ruby, legato alla malavita di Chicago… Chi era Oswald? Un agente segreto americano addestrato in Unione Sovietica? Un amico del KGB?”. VERDEGIGLIO: Jack Ruby non era un alias, ma il nuovo nome cambiato legalmente di Ruby e rinnovato su tutti i documenti, che aveva sostituito quello ebraico. L’House Select Committee of Assassinations ha escluso nel 1979 che Ruby sia stato un sicario della Mafia. Non esiste la minima PROVA di queste vostre affermazioni e in 40 anni nulla è stato provato da nessuna inchiesta pubblica o privata. Se avete fonti certe in questo senso, gradirei conoscerle. Ipotesi se ne possono fare a milioni. Grazie.
7) SPEAKER: “Emerge la pista del complotto: la Mafia, pezzi della CIA, Ku Klux Klan, potentati del petrolio e delle armi. Gli indizi non mancano. Ricostruzioni attente e perizie oramai sono concordi: non fu un solo colpo a uccidere il Presidente, ma almeno quattro. Cinque dicono alcuni, sparati da due punti diversi. E allora in quanti hanno sparato?”.
VERDEGIGLIO: Quali sarebbero le “ricostruzioni attente e le perizie concordi” sul fatto che non fu un solo colpo (quello all’occipite) a uccidere Kennedy? Sarei lieto se me le citaste, perché non ne conosco neanche una. JFK fu raggiunto da due proiettili: il primo gli trapassò il collo e ferì Connally, il secondo gli attraversò il cranio; entrambi da dietro e dall’alto. Non c’è altro e non esiste la minima prova di altro. Non esiste la sia pur minima prova che Kennedy sia stato raggiunto da colpi sparati da altre direzioni che non fossero la famosa “finestra di Oswald”. Le prove balistiche e medico-legali che ho raccolto comprovano solo questi due colpi (il primo proiettile sparato mancò il bersaglio e ferì al viso uno spettatore). In tutto furono sparati solo TRE colpi, non uno di più. L’HSCA nel 1979 parlò di un quarto colpo, ma l’analisi acustica che lo comprovava fu demolita dall’Accademia Nazionale delle Scienze nel 1982.
8) SPEAKER: “Come mai alcuni testimoni indicarono anche un killer vestito da militare?”. VERDEGIGLIO: Nessun testimone ha mai detto di aver visto qualcuno sparare sul corteo di Kennedy, a parte coloro che videro Oswald alla finestra. Nessuno ha mai dichiarato di aver visto uno sparatore vestito da militare. Indicatemi dove posso trovare questa testimonianza, grazie.
9) SPEAKER: “Malcolm Perry, il chirurgo che fece l’autopsia, dichiarò: “La ferita alla gola si presenta come un foro di entrata”. Poi l’FBI lo chiamò e lui cambiò versione: “Considerati i fatti di cui sono venuto a conoscenza, io ritengo che si trattasse di un foro di uscita”. VERDEGIGLIO: La frase che voi riportate è un tentativo penoso di far apparire Perry come minacciato e intimidito dall’FBI. Non c’è assolutamente niente di vero. A parte il fatto che Perry non fu il chirurgo che fece l’autopsia a Kennedy, ecco quanto il Dr. Perry ha dichiarato in un’intervista a Gerald Posner rilasciata il 2 aprile 1992: “Io nella conferenza stampa all’ospedale, dietro le insistenti domande dei giornalisti, dissi che non avevo elementi per sapere da che parte potesse essere giunto il proiettile, ma che la piccolezza del foro mi faceva ritenere che fosse un foro di entrata. Era un foro che poteva essere sia d’ingresso che di uscita, ma i giornalisti estrapolarono dal contesto la mia cauta affermazione e decisero che il foro era senz’altro d’ingresso. Quando, due giorni dopo, si trattò di rispondere alle domande sulle ferite di Lee Oswald, avevo imparato in fretta la lezione e rilasciai un ben ponderato comunicato stampa in forma scritta” (G. Posner, “Case Closed”, p. 305). Perry, che non vide mai la schiena del Presidente e non poteva immaginare il foro soprascapolare, seppe dai colleghi militari che eseguirono a Washington l’autopsia che vi era un foro posteriore con caratteristiche d’ingresso. In base a questi nuovi elementi, nonché a ciò che seppe sull’analisi dei vestiti, ritenne trattarsi di un foro di uscita, le cui piccole dimensioni erano dovute al colletto e alla cravatta molto stretti indossati dal Presidente, che comprimevano i tessuti della gola. Questo dettaglio mi è stato confermato dai medici legali del “Gemelli” di Roma e dai periti balistici che ho intervistato.
10) SPEAKER: “Eppure Kennedy, come dimostra il filmato amatoriale girato da Abraham Zapruder, unico documento visivo esistente, mosse la testa all’indietro, come se fosse colpito davanti”. VERDEGIGLIO: Non è vero che il film di Zapruder sia l’unico documento visivo esistente, ma è senz’altro il solo che riprende l’attentato dal lato destro della limousine. Altri film ripresi dal lato sinistro sono quelli di Nix e di Muchmore. Il fatto che la testa di Kennedy vada prima in avanti e poi indietro è dovuto a un repentino inarcamento dei muscoli dorsali da decerebrazione violenta (colpo devastante all’encefalo). Non ha nulla a che vedere con la direzione di arrivo di un ipotetico colpo latero-frontale. Ciano e i fucilati di Verona, nonché i fucilati fascisti di Dongo, furono tutti colpiti alla schiena e caddero all’indietro, non in avanti. Salvo D’Acquisto fu fucilato al petto dai Tedeschi e cadde in avanti, non indietro. Come mi hanno confermato gli specialisti, nella vita reale un corpo umano colpito da proiettili ha comportamenti molto vari: non è sempre come al cinema, dove un colpo sparato al petto fa fare un salto indietro di metri alla vittima.
11) SPEAKER: “E perché il corpo del Presidente partì dal Parkland Hospital di Dallas all’interno di una bara di bronzo, e molto ornata, e arrivò all’ospedale di Washington, secondo la testimonianza di un infermiere, dentro una cassa militare standard rosa e grigia sui lati? L’infermiere stesso dà una spiegazione: qualcuno ha tolto il cervello dalla testa del Presidente. La consistenza del cervello permette con certezza di stabilire la vera traiettoria del proiettile. Ma non sono gli unici punti oscuri: Lee Oswald, ad esempio, un minuto e mezzo dopo gli spari è tranquillo al secondo piano dello stabile e si sta bevendo una Coca Cola. Un minuto e mezzo per passare dal sesto al secondo piano e sedersi al bar?” VERDEGIGLIO: La faccenda della bara (riportata in una disgraziatissima inchiesta inglese ripresa da Minoli a Mixer) è un falso per sete di notorietà e di guadagno dell’infermiere Paul O’Connor, smentita da TUTTI gli altri presenti all’autopsia, dagli agenti agli amici del Presidente agli imbalsamatori ai medici. La bara che si vede caricare sull’aereo a Dallas è la stessa che viene scaricata dall’aereo a Washington. Non capisco sinceramente perché sarebbe stato necessario cambiare bara, anche se la folle ipotesi che il cervello sia stato sottratto durante il viaggio fosse vera (ma è una cosa del tutto inventata). A che scopo? L’ignoranza di medicina legale non solo di O’Connor ma di chi ha scritto questa frase (non certo gli autori italiani di Top Secret, che non hanno approfondito nulla, ma si sono basati su “inchieste”americane) è palese: non è il cervello che permette di stabilire la direzione dei colpi, ma la teca cranica, e l’esame della teca cranica ha permesso di stabilire SENZA OMBRA DI DUBBIO che la testa del Presidente è stata attraversata da un solo (UN SOLO) proiettile occipito-frontale, sparato da dietro e dall’alto. Nient’altro. E’ ovvio che gli autori non abbiano interpellato nessun altro per smentire questo cialtrone di O’Connor: gli scoop, in campo giornalistico, valgono molto di più della verità. Il cervello c’era, fu asportato dai medici, fotografato, immerso in formalina e nel 1966 consegnato dagli Archivi Nazionali a Bob Kennedy. Nel mio libro ne pubblico una riproduzione. Per quanto riguarda i tempi di Oswald, li ho cronometrati nel deposito di Dallas per quanto riguarda l’abbandonare la finestra, andare a riporre il fucile dietro le scatole e avvicinarmi all’ingresso delle scale, il tutto senza affanno (25 secondi). Scendere senza correre 72 gradini richiede non più di 40 secondi. Siamo a un minuto e 5 secondi. Oswald non era seduto al bar e non stava bevendo niente (chi vi ha detto queste panzane? Quell’infelice di Stone?). Entrava in quel momento nella mensa e si era avvicinato al distributore di bibite quando un poliziotto entrò nel locale e lo fermò per identificarlo. Ho calcolato altri 8 secondi per entrare in mensa senza fretta e avvicinarsi al distributore. Siamo a un minuto e 13 secondi, al di sotto del minuto e mezzo che ha stupito tanto gli autori di “Top Secret”, forse influenzati da quel “cazzaro” di Stone (che ho incontrato l’anno scorso).
12) SPEAKER: “Gli ingrandimenti di una foto dimostrano che un uomo in uniforme sta puntando un fucile verso il Presidente” (viene mostrata una macchia bianca sul muretto). VERDEGIGLIO: Anche questa è un’altra “bufala” ripresa da “Mixer” di Minoli. Non esiste nessuna foto e nessun ingrandimento che mostri un uomo che punta un fucile verso il Presidente. Ripeto: non esiste nessuna foto del genere. Ciò che mostra Plumley (poi ripreso da Minoli) è uno sporco falso del regista belga Jean Michel Chalier, sputtanato già da tempo. 13) SPEAKER: “Subito dopo gli spari a Washington saltano per un’ora le comunicazioni telefoniche. La tesi del complotto convince”.
VERDEGIGLIO: Ci fu un black out per sovraccarico di telefonate: tutti parlavano con tutti dell’attentato, ma non fu un guasto intenzionale. In ogni caso, sia l’aereo presidenziale che la Casa Bianca che le auto del corteo erano dotati di ottimi sistemi radiotelefonici e nessun apparato importante dello Stato ha mai rischiato di rimanere
senza comunicazioni quel giorno. La tesi del complotto non convince affatto.
14) SPEAKER: “Clay Shaw, un uomo d’affari texano nonché agente della CIA con lo pseudonimo Clay Bertrand, viene processato a New Orleans e viene rinviato a giudizio per aver avuto parte attiva nell’uccisione di John Fitzgerald Kennedy. Ma mancano le prove. Anche se ancora oggi in America c’è chi giura di averlo visto in compagnia di Oswald, di Ruby e di un amico di quest’ultimo, l’ex pilota militare David Ferrie. Shaw è morto il 14 agosto 1974. Ma oramai il mondo lo sa: il Rapporto Warren non ha mai convinto nessuno. Potenti organizzazioni hanno armato le mani dei killer e nulla possono più nascondere i 75 testimoni scomodi morti in modo più o meno sospetto. VERDEGIGLIO: Qui gli autori di “Top Secret” non ne hanno davvero azzeccata una. Cominciamo. Clay Shaw non era texano, era di New Orleans (Louisiana); Clay Shaw non ebbe alcuna parte nell’assassinio di Kennedy e fu assolto per estraneità ai fatti da una giuria in tribunale nel 1969: fu un Enzo Tortora ante litteram; egli non fu mai “un agente” della CIA (nessuno ha mai detto che lo fosse) e non esiste la minima prova che egli abbia mai usato lo pseudonimo Clay Bertrand (a parte ciò che dice, unico in questo, il contestatissimo teste Aloysius Habighorst, un poliziotto che lo interrogò dopo l’arresto). Voi dite che Shaw è colpevole “ma mancano le prove”: e allora in base a cosa lo giudicate colpevole a priori? Potrei inventarmi che Giordano di “Studio Aperto” si traveste da donna e batte di notte i marciapiedi di San Siro: sarebbe una calunnia, ovviamente. E questo sarebbe sufficiente per infangarlo anche se “mancano le prove”? Ma che razza di metodo di valutazione adoperate in un programma del genere? Oggi in America non c’è più nessuno che giura di aver visto Shaw con qualcuno implicato nell’assassinio di Kennedy. Dove avete preso questa notizia? I suoi contatti con Oswald non furono mai provati, quelli con Ruby non esistettero mai, nemmeno per sbaglio. Quelli con Oswald e David Ferrie (che non è mai stato amico di Ruby, come dite voi) si reggono solo su quanto affermarono, più volte smentiti e sbugiardati, Perry Russo e il tossicomane detenuto Vernon W. Bundy, entrambi ora defunti (ma non uccisi…). Alla vostra frase ”Ma oramai il mondo lo sa: il Rapporto Warren non ha mai convinto nessuno”, Io aggiungerei che non ha mai convinto soprattutto chi non lo ha mai letto, e sono convinto che un’edizione originale del Rapporto (non parlo poi dei 26 volumi di prove allegate) non sia mai stata fra le mani di uno dei vostri autori di “Top Secret”: se lo fosse stato non avrebbero scritto quella frase. “Potenti organizzazioni” quali? Su quali prove si basa quest’affermazione? A chi vi riferite e con quali prove? Chi sarebbero “i killer”? Nessun testimone (ripeto: NESSUN TESTIMONE) legato più o meno direttamente al caso è morto in modo da far sospettare la sua eliminazione criminosa (vi prego di vedere gli argomenti elencati nel sito www.johnkennedy.it).
15) SPEAKER: “21 Giugno 1999: A Colonia, durante il G8, Boris Eltsin consegna a Bill Clinton un dossier segretissimo che contiene clamorose rivelazioni sull’omicidio Kennedy. Nessuno sa cosa c’è scritto. Alcuni presumono che si possa ipotizzare l’intervento diretto del KGB per eliminare un Presidente cattolico-liberale che faceva sembrare troppo buona l’America”.
VERDEGIGLIO: Quel dossier, a detta degli analisti russi e americani che l’hanno visto, non contiene assolutamente nulla di clamoroso e non è affatto segretissimo. Si tratta solo degli originali dei documenti già forniti da Mosca a suo tempo sul soggiorno di Oswald in URSS e sulla sorveglianza alla quale fu sottoposto dal KGB. “Alcuni (CHI?) presumono (PRESUNTUOSI?SU COSA SI BASA QUESTA PRESUNZIONE?) che si possa ipotizzare (E’ APPUNTO SOLO UN’IPOTESI: UNA DELLE PIU’ RIDICOLE MAI FATTE)….”. Per carità di Patria non commento quest’ultima parte del testo scritto. Voglio credere a uno scherzo, sennò ci sarebbe da piangere.
16) SPEAKER: “Dopo tre anni un superagente segreto del controspionaggio italiano molto stimato dagli Americani e dai colleghi di mezza Europa, Nino Arconte,, noto con la sigla G71, scrive in un suo memoriale di 589 pagine che il KGB era maestro in quello che già nel 1970 i nostri istruttori chiamavano ‘modulo Kennedy’, uccidere l’uccisore”. Un filo rosso unisce Oswald e Alì Agca. Intrighi, complotti, omicidi. Il mistero continua. Chi ha ucciso John Fitzgerald Kennedy? Forse lo sapremo nel 2029, quando lo Stato americano toglierà tutti i sigilli dai dossier più segreti del mondo”. VERDEGIGLIO: Non conosco Arconte (dovrebbe essere una conoscenza di Marco Gregoretti, che lo ha intervistato per GQ), ma mi piacerebbe molto incontrarlo di persona. Già un ex “super-agente segreto” che pubblica un memoriale di rivelazioni mi fa sospettare. E’ forse stato “trombato” sul lavoro? Ha visto troppe cose sporche ed è inorridito, poveretto? Entrando in servizio, pensava che il controspionaggio fosse la Confraternita delle Dame di S. Vincenzo? Mi stupisce molto tutto ciò, come mi stupisce il fatto che sarebbe entrato nei servizi segreti a 13 anni, nel 1971, quando normalmente si gioca a pallone e ci scambiano figurine in terza media. Non capisco poi perché i nostri istruttori abbiano chiamato “modulo Kennedy” il fatto di mettere a tacere il killer: sono secoli che si pratica questa cosa. Perché allora non il “modulo Lincoln”, il “modulo Van Der Lubbe”, il “modulo Anteo Zamboni”, il “modulo Roth Armee Fraktion”? Che io sappia, in quasi 40 anni non è uscita fuori una prova, una sia pur piccolissima prova (parlo di prova: le speculazioni giornalistiche le lascio appunto ai cronisti), che Jack Ruby fosse collegato all’omicidio Kennedy. Se ovviamente Arconte ne sa qualcosa di più, sarei lieto di discuterne con lui. Da ciò che ho letto su Internet, sembra che Arconte sappia tutto di tutti: Ustica, Bologna, Moro, Mattei, Piazza Fontana, Alì Agca, Gheddafi, CIA, Gardini, Cagliari, Calvi, Ilaria Alpi e chi più ne ha più ne metta. E’ molto strano che dica queste cose. Quelli veri che sanno le cose, se le tengono nella gobba e si porteranno i segreti, sporchi o puliti che siano, nella tomba. Che i servizi segreti comunisti giocassero sporco (con il PCI che o gli scodinzolava dietro o faceva finta di niente) è cosa nota. Parlare male dei comunisti equivale in Italia ad essere subito classificati come fascisti. E credo che anche Lei, Dr. Brachino, potrà pensare che io abbia qualcuno alle spalle, magari che faccia controinformazione per conto della CIA… Arconte mi sembra un po’ il colonnello Fletcher L. Prouty (il Mister X del film di Stone interpretato da Donald Sutherland), l’ufficiale di collegamento CIA-Pentagono costretto a dimettersi per ignoti motivi (forse disturbi mentali) nel 1964. Anche lui sputò veleno sull’istituzione alla quale aveva prestato giuramento di segretezza e anche lui cadde dalle nuvole quando vide che la vita di una nazione (diciamo di qualunque comunità umana che superi il milione di persone) contiene una quantità enorme di escrementi morali, perché l’Uomo è fatto anche di questo e le Madre Teresa di Calcutta sono un’eccezione, non la regola. Chi ci assicura che i documenti prodotti da Arconte siano autentici? Qual è il suo scopo? Far vedere quanta melma c'è ’i nostri vertici, centro-destra o centro-sinistra che sia? Questo lo sappiamo tutti: sono cresciuto in una regione dove la corruzione permea tutti gli aspetti della vita politica ed economica. Non mi faccio illusioni e mi meraviglio che se ne ia fatte proprio un agente segreto. Per quanto riguarda il filo rosso che unirebbe Alì Agca a Oswald, non ho capito quale sarebbe questo filo e soprattutto mi meraviglio molto che ci sia gente che attenda (sperando nella sua buona salute) di arrivare al 2029 per vedere l’apertura degli “archivi segreti” su Dallas, come se potessero contenere rivelazioni sull’assassinio di Kennedy (il 95% di questo materiale è stato desecretato dopo il 1993, sotto Clinton: il Presidente disse che dal loro esame non risultavano complotti contro JFK). E’ chiaro che se anche l’apertura di tutti gli archivi segreti del mondo riconducesse al solo Oswald, unico killer, i complottisti incalliti non ci crederebbero mai, sostenendo che le prove sono state distrutte. Andrà avanti così in eterno. L’intrigo e il mistero affascinano di più e fanno vendere di più. Mi sembra tanto l’attesa spasmodica che ci fu una decina di anni fa quando si aprì (in diretta TV!) una cantina murata della casa di Al Capone a Chicago: si favoleggiava di chissà cosa e furono trovate solo vecchie bottiglie vuote e altro ciarpame del genere.
17) VENGO ORA ALLA PARTE PER ME PIU’ AMENA DI TUTTA LA TRASMISSIONE: GLI INTERVENTI DI BISIACH.
BISIACH: I tre nemici di Kennedy erano Castro, i petrolieri di Dallas e la Mafia. Lui combatté la Mafia insieme al fratello………….(QUI CI DEVE ESSERE UN TAGLIO DI MONTAGGIO MAL FATTO O BISIACH SRAGIONA, PERCHE’ LA CONTINUAZIONE DELLA FRASE NON E’ COERENTE CON LA PREMESSA)….quindi lui si sentì tradito, praticamente (?).E la Mafia si sentì tradita da lui perché Kennedy utilizzò Giancana per uccidere Castro. IO intervistai il nipote di Giancana, venne a Roma da me e mi raccontò come suo zio aveva ucciso prima John Kennedy e poi Robert Kennedy.
BRACHINO: Sono affermazioni credibili?
BISIACH: Sono affermazioni che lui fece per iscritto, quindi…IO ho i documenti
VERDEGIGLIO: Secondo Bisiach, Kennedy aveva contro praticamente tutti. L’operazione (anzi, il tentativo) di usare Giancana e i suoi uomini per uccidere Castro era precedente (1960) e non fu ideato sotto la presidenza Kennedy, anche se in quel triennio continuarono i tentativi (alcuni veramente da cartone animato: tute subacquee avvelenate, sigari esplosivi, prodotti per far cadere la barba a Castro e privarlo del carisma) della CIA di eliminare Castro. “IO intervistai Giancana” (nell’intervista a Bisiach il pronome personale IO risuona 38 volte) farebbe riferimento al libro scritto dal fratello Chuck e dal nipote Sam (omonimo) del boss Sam Giancana. E’ stato un buon successo editoriale, ovviamente, ma senza nessun riscontro di credibilità o di prove. Non esiste la minima prova di ciò che i due Giancana scrivono nel loro volume. L’investigatore Bill Roemer, per conto dell’FBI, registrò migliaia di ore di intercettazioni telefoniche e ambientali di Giancana e dei suoi uomini, prima e dopo Dallas, con mezzi molto perfezionati sconosciuti ai mafiosi, e non venne fuori nulla su un possibile attentato contro i Kennedy: minacce, parole di odio e maledizioni tante, ma nessuna prova della preparazione di un attentato (Intervista a Bill Roemer, 23 gennaio 1992, G. Posner, “Case Closed”, p. 576, nota 38). L’HSCA nel 1979 escluse categoricamente che organizzazioni mafiose come tali avessero deciso di uccidere John e/o Bob Kennedy. Un vero mafioso, se ha un minimo di importanza e di credibilità, non va davanti agli obiettivi della RAI di Gianni Bisiach ad affermare certe cose. I “documenti scritti” ai quali si riferisce il nostro Bisiach sono nient’altro che il libro “Double Cross”, Warner Books, N.Y., 1992. Bisiach non ritengo abbia altri scritti consegnatigli segretamente da Giancana. Poiché è un giornalista e non un confessore tenuto al segreto, a quest’ora li avrebbe già divulgati. Finché non dimostrerà di averli, per me sono solo parole. Vorrei poi sapere da Bisiach se il nipote di Giancana venne apposta dagli Stati Uniti per partecipare al suo Speciale TG sulla morte di Marilyn (maggio 1992) o si trovava in Italia in giro editoriale pre-pagato per promuovere il libro scritto a quattro mani con suo zio, quando lui lo intervistò. La differenza sarebbe enorme.
18) BRACHINO: Tu sei stato il primo che ha lanciato la triplice teoria sulla morte di Kennedy: Mafia, petrolieri, FBI. BISIACH: Mafia, petrolieri, CIA, diciamo…E anche FBI.
--fine prima parte---------
[Modificato da Stefano F. 19/04/2003 14.04]