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Ultimo Aggiornamento: 25/11/2012 20:16
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Vettel vola in testa al mondiale, Alonso 3º
Un Sebastian Vettel in formato 2011 da ormai tre gare trionfa anche in Corea scavalcando in classifica mondiale piloti Fernando Alonso. Il ferrarista, più lento di Massa, chiude al terzo posto, alle spalle di Mark Webber. Quarto il brasiliano, frenato dal muretto Ferrari. Subito ko Rosberg e Button.
Suona l’inno tedesco in Corea e stavolta fa veramente male alla Ferrari, battuta come si fa con un avversario qualunque al termine di una sfida che alla fine non c’è mai stata. I miracoli di Fernando Alonso nella prima parte della stagione non sono bastati e non potevano certo bastare alla Rossa per avere la meglio su una monoposto irraggiungibile l’anno scorso e rimasta grande in questo 2012 nonostante un regolamento non certo favorevole. Merito del genio Newey, merito di un team che non si è fatto prendere dal panico, non ha perso la testa e ha trovato un giusto equilibrio interno. Merito del pilota, l’iridato e lanciato vero il terzo titolo consecutivo Sebastian Vettel. De-merito di una Ferrari che ha commesso il più ingenuo degli errori: affidarsi esclusivamente ad Alonso. Non poteva bastare, nemmeno con quel vantaggio incredibile raccolto nel primo tempo di questa bellissima stagione. La Ferrari si è fermata, la Red Bull no. Ed ecco che la Corea emette sentenza: Sebastian è il nuovo leader del mondiale, Alonso (e soprattutto la Ferrari) hanno gettato al vento punti e possibilità iridate. Non è ancora finita ma a questo punto, con questa Red Bull, bisognerà affidarsi a sorte e disgrazie altrui. Il modo più triste per concludere un mondiale.

In Corea vince, stravince un Vettel che dopo la pausa estiva sembra essere tornato il cannibale del 2011. Alle sue spalle un gran bel Webber, ieri in pole e oggi pilota di squadra in tutto e per tutto. L’australiano ha rinnovato tempo fa con il team campione del mondo e proprio oggi ha voluto ricambiare con una prestazione da scudiero. Forse ha fatto bene Mark a rifiutare le sirene da Maranello. Molto più divertente prendersi un mondiale così, molto più bello vedere una monoposto crescere gara dopo gara. Alonso si è fermato in Belgio. Errore imperdonabile e che qualcuno, finalmente, dovrà pagare a Maranello, anche in caso di vittoria del titolo grazie a una sequenza di coincidenze cosmiche.

È stata una gara pulita, interrotta all’inizio dall’incidente che ha costretto al ritiro Jenson Button e Nico Rosberg. Dopo le bandiere gialle, la penalizzazione di un Kobayashi davvero fuori forma, forse reduce dai bagordi del dopo Giappone. Anche il collega Pérez non incanta. I pit stop non cambiano la situazione e la Ferrari si illude solo per qualche giro, con Alonso, di poter riprendere almeno Webber. Lo spagnolo piazza qualche buon giro ma dopo il secondo pit stop succede una cosa curiosa, ai limiti dell’assurdo. Felipe Massa comincia a girare addirittura mezzo secondo più veloce di Fernando. Il brasiliano si avvicina pericolosamente al compagno di squadra dopo aver superato addirittura Lewis Hamilton. Dai box Ferrari l’invito a staccare il piede dall’acceleratore per non disturbare Alonso. Scelta giusta? Diciamo comprensibile ma con un Massa invitato a frenare, Alonso si “accontenta” del terzo posto facendo una seconda parte di gara di puro controllo.

Staccati dai primi quattro posti arrivano il sempre presente Raikkonen che riesce a superare Hulkenberg, quindi Grosjean. Gran bel lavoro in Toro Rosso per permettere a Ricciardo e Vergne di chiudere in top ten mentre è ormai caduta libera per Lewis Hamilton e la McLaren, scavalcata nella costruttori dalla Ferrari. L’inglese è ormai con la testa al 2013 e anche la Corea conferma la rottura tra pilota e team. Lewis chiude in decima posizione, al termine di una gara di alti e bassi, senza alcuno sforzo e senza soprattutto quello spirito guerriero che da sempre contraddistingue l’inglese. Triste, davvero triste questo finale di stagione per la McLaren.


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